PNRR e Investimenti “4.0”: L’inizio della fine.
Tutti gli imprenditori aspettavano le misure del PNRR per poter “crescere” e fare nuovi investimenti, per migliorare le performance reddituali e stare sul mercato con strumenti innovativi.
E invece, no!
Un’amministrazione cieca e poco attenta ha inserito le risorse, dal 2021, dell’incentivo per beni “4.0” nella misura 1 del PNRR sotto il nome “transizione 4.0”. Si deve quindi necessariamente rispettare le regole UE.
Tra le principali regole da rispettare vi è l’impossibilità di cumulare le agevolazioni sullo stesso bene “con altri fondi della programmazione Europea”; ma fin qui nulla di nuovo, questa regola vi è sempre stata ed è sempre (?) stata rispettata; ma allora dov’è il problema ?
Il problema sta nel fatto che sino ad ora i fondi della 4.0 (così come quelli del Bonus mezzogiorno) erano fondi ordinari statali ed in quanto tali catalogati come “Misura Generale”, che possono essere cumulati (fatta eccezione al non superamento del 100% del costo del bene) con altri fondi, siano essi Statali o Comunitari.
Ma, fatta questa precisazione, ancora nulla di sconvolgente in quanto, giustamente, il divieto della non cumulabilità è stato inserito anche nelle norme della Commissione Europea (articolo 9 del regolamento 241/2021) che disciplinano il PNRR.
Ma qui qualcuno al Ministero ha avuto l’ardire di essere “più bravo” della Commissione, infatti con circolare del 14 ottobre il Ragioniere Generale, ha esteso il divieto di doppio finanziamento aggiungendo, oltre agli strumenti della UE, anche le “risorse ordinarie del bilancio statale”.
Come a dire facciamoci male da soli.
Il risultato è che (così rimanendo le cose) non ci sarà più la possibilità di cumulare le agevolazioni della 4.0 con i fondi, ad esempio, del Bonus Mezzogiorno, così come si è sempre fatto dal 2017 ad oggi (con la speranza che non si inventino una fantomatica retroattività).
Questa azione scellerata, avrà solo risvolti negativi:
– Gli imprenditori del Sud (che dovrebbero colmare questo benedetto/maledetto gap) difficilmente vi faranno ricorso, avendo a diposizione lo strumento del Bonus mezzogiorno molto più snello e pratico;
– Gli stessi imprenditori potrebbero non poter trovare più conveniente effettuare investimenti, visto che vedono drasticamente ridurre il credito d’imposta spettante;
– Gli imprenditori del Nord, sarebbero svantaggiati direttamente in quanto non potranno cumulare altre forme di finanziamento (ad es. sabatini o fondi MCC), ma anche indirettamente visto che la maggior parte dei beni con tecnologia 4.0 viene prodotta proprio al Nord.
Tutto finito? No, c’è ancora una speranza che si chiama Politica. Lo so, sembra una battuta, ma siccome il tutto dovrebbe essere Ratificato in Parlamento (probabilmente con la legge di Bilancio. I Signori politici potrebbero stupirci, capendo la situazione e far si che lo sviluppo non si fermi ma continui. Vedremo …